rispettosi, ma non infelici.
Chi vuole leggere questo libro dal titolo “Il capobranco sei tu” non pensi di trovare metodi trucchi o regole da seguire, spiegate alla lettera per educare il proprio cane. Esso contiene delle indicazioni per educare, oltre ai cani, anche i padroni. Sono indicazioni generali da seguire, ma la cosa più importante è il nostro atteggiamento, quello che noi vogliamo dal nostro cane. Se vogliamo un cane sottomesso dobbiamo fargli fare esercizio, stabilire delle regole e dei confini prima di dargli affetto. Con esercizio s’intendono passeggiate ben strutturate al guinzaglio in cui il cane deve stare al nostro fianco, mai davanti, e non tirare come un pazzo, saremo noi a dirgli dove potrà annusare e dove potrà correre libero per un periodo di tempo limitato.
Nella credenza comune si pensa che un cane per sfogarsi debba tirare al guinzaglio, niente di più sbagliato. Se un cane ha un livello di energia normale, quindi non è super agitato, una passeggiata di 30-40 minuti ad un passo abbastanza spedito lo farà sfogare nel modo corretto e in più sarà educato. Un cane che ogni 2 secondi annusa e segna il territorio non è certo più soddisfatto di un cane che tranquillamente cammina con il proprio padrone e che sa, quando gli verrà dato il comando, che potrà andare ad annusare e a segnare.
Dopo l’esercizio è necessaria la disciplina, cioè bisogna stabilire regole e confini. Per le regole, ad esempio, mentre aspetta la pappa il cane deve stare seduto senza abbaiare o guaire, deve mangiare entro pochi minuti da quando gli è stata data la ciotola, se lasciamo il cibo a sua disposizione il cane crede di esserselo procurato da solo e quindi non darà più il rispetto a chi lo sfama. Per confini si può intendere di non far salire il cane sul letto o sul divano, di farlo stare dietro di noi quando usciamo dal portone o dal cancello. Non mi soffermo sull’affetto perché credo che quello lo sappiano dare tutti. Però, affetto sempre entro certi limiti, il cane non deve saltarci addosso, neanche ai nostro ospiti, non dobbiamo tenerlo in braccio come un bambolotto, piuttosto dobbiamo sentirci soddisfatti quando ci ubbidisce, lui lo percepirà e sarà soddisfatto a sua volta.
Nel libro ci sono dei trafiletti riportati come schemi, in cui ci sono indicazioni utili che una persona può consultare in qualsiasi momento, mentre un altro passaggio importane del libro lo possiamo trovare nelle parole di Cesar quando scrive di considerare il nostro cane prima di tutto un animale, che fa parte della specie canina, magari appartiene anche ad una razza pura oppure è un meticcio e, infine, si deve considerare il nostro cane, con il suo nome e una sua personalità. I cani non capiscono quello che diciamo, capiscono alcuni comandi,
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