che dare un importante contributo alla violenza sulla donna.
Il cammino della Femmina verso la conquista della sua dimensione di Persona sembra arduo, chiusa com’è in un clichè, prima come bambina, poi come adolescente, infine come donna. Come Donna viene insistentemente e pressantemente presentata dai media come corpo, come oggetto atto a stimolare l’impulso al possesso, all’uso da parte maschile e offerta come modello di femminilità anche ai più giovani: bambini, bambine e adolescenti che si trovano nella delicata fase di formazione della loro identità. A questo genere di messaggi sono “sovraesposte” le giovani generazioni le quali già vivono in una società confusa, con rari spazi privilegiati di dialogo con referenti adulti.
Perchè dico “sovraesposte”? Perché sappiamo che buona parte del loro tempo libero è riempita da attività di svago dove predominano i giochi elettronici, Internet, la TV… così i messaggi che sfuggono ad ogni tipo di controllo entrano quotidianamente nello “spazio privato” ed educano! Perché di fatto i bambini, i giovanissimi, apprendono dai media, interiorizzano attraverso questo canale modelli femminili e maschili che a loro volta ispirano stili di comportamento e di relazione. Voglio ripetere questo concetto: essi assimilano modelli di comportamento e di relazione!!!
Oggi sappiamo anche che l’esposizione a messaggi violenti produce assuefazione ed insensibilità, non ha l’effetto catartico che si supponeva cinquant’anni fa. Direi che è inutile continuare a commentare la scarsa sensibilità degli adolescenti nei rapporti reciproci, la sessualità fredda, a volte brutale, spesso esibita, l’abbigliamento e gli atteggiamenti da Lolita delle ragazzine, cominciamo invece a riconoscere il peso delle variabili che influenzano questi semplici dati di osservazione e ad agire in un’altra direzione non solo come genitori, fra le pareti domestiche, ma come società tutta. Viviamo in una società sempre più “individualistica”, sempre più centrata sui bisogni del singolo a scapito dell’altro… dove le persone mostrano sempre più insensibilità verso i propri simili, sempre meno autocontrollo, sono intolleranti al limite, non sanno trarre dalla frustrazione nuove energie…
C’è un rapporto fra le spinte “individualistiche” che la nostra cultura effettua attraverso i media e la violenza nei rapporti umani? E in particolare contro la donna? Se riconosciamo questa relazione dobbiamo preoccuparci degli adolescenti che nella “famiglia nucleare” odierna vengono educati sempre di più da fonti alternative alla famiglia stessa e alla scuola. La nostra società grida ai quattro venti di credere nella parità di dignità fra uomo e donna, nonché di diritti
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