comportamenti del gruppo sono considerati accettabili ed il singolo perde la propria unicità di pensiero ed azione.
Anche il consumo smodato di alcool e droghe, abitudine deleteria in aumento soprattutto fra i giovanissimi come simbolo di “sballo collettivo”, è un altro fattore scatenante della rabbia, in quanto tali sostanze agiscono sulla chimica del cervello, alterandola e sciogliendo i freni inibitori.
L’ultimo allarme riguarda gli “energy drink”. Infobergamo.it ve ne ha già parlato nel mese di settembre 2006. Le bevande che contengono sostanze eccitanti come caffeina, taurina, guaranà, ginseng e niacina, che aumentano la resistenza fisica, aumentando nel contempo le performance fisiche e mentali, se consumate in associazione ad acool, diventano pericolosissime, in quanto hanno una forte componente di disinibizione comportamentale.
E che dire dello svilimento dato dalla Politica? Anziché risollevare l’umore del Paese, politici e politologi lanciano continui messaggi sulla situazione catastrofica nella quale versa il Mercato e l’occupazione, senza indicare alcuna strategia per uscire dalla crisi o alcun segnale di speranza di ripresa economica. I toni pacati e le parole di conforto sono stati oggi sostituiti, nei talk show, da urla, grida, insulti e gestualità plateali, i quali non possono che avere un impatto negativo sulla collettività.
L’alto tasso di litigiosità e la tensione che circola nelle sedi istituzionali, anziché placare gli animi della Nazione, fomenta ulteriormente le masse e legittima le lotte intestine fra poveri. Se a ciò, aggiungiamo il fatto che in Italia non esiste la “certezza della pena”, la frittata è fatta. La gente è sempre più arrabbiata e si sente in diritto a manifestare con rabbia il proprio disagio, anche con atti violenti, in quanto non teme punizione alcuna, ma, come ricordava il giurista Cesare Beccarla alla fine del Settecento, “la necessità di pene certe è necessaria per evitare l’effetto ‘cascata’ degli episodi di violenza nelle masse.”
È possibile identificare inizialmente gli “arrabbiati” e fermarli prima che facciano del male? Ci sono dei segnali premonitori? Esclusa l’ipotesi di una predisposizione ereditaria alla rabbia, gli studiosi hanno concluso che i tratti della personalità non si trasmettono alla propria prole così come accade con i tratti fisici, la chiave di analisi si concentra sull’ambiente e sul vissuto della persona, anche se è possibile solo dare indicazioni sull’inclinazione di una tal persona all’aggressività o sulla sua capacità di controllo degli impulsi, ma non si ha la certezza che tali eventi si manifestino platealmente. Può capitare, infatti, che anche le persone più insospettabili reagiscano in maniera aggressiva se
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