sue speranze sono più che fondate. Non ci sono certezze, ma speranze e possibilità, supportate da tecniche mediche collaudate. Ci sono speranze per il suo fegato, ci sono possibilità che il suo surrene diventi operabile, se il loro “non è operabile” dipenda unicamente dalle dimensioni. In fondo, dai trial si evince, nella maggior parte dei casi di guarigione, che il surrene viene asportato chirurgicamente.
     Ebbene, Anna ritrovò le armi per combattere, la forza per proseguire ed io desidero che questa sua forza dimostrata sia uno spunto, una motivazione per coloro che potrebbero sentirsi persi, sentirsi con una scadenza. Un scadenza, si sa, l’abbiamo per forza, ma almeno facciamo in modo di vendere cara la nostra pelle.
     Concludo questa terza parte anticipandovi che ho convinto Anna a raccontarmi tutta la sua storia, fino alla fine e che… nel momento in cui scrivo questa parte, Anna sta bene, è quasi guarita. Per essere schietti, non morirà di adenocarcinoma come predetto da Berruti, le manca solo… una stupidaggine se paragonata a ciò che ha trascorso. Non è che posso proprio togliervi tutte le sorprese del finale.
                                                                      .............continua - Quarta parte

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