LA MAGICA HP
                                 di Graziano Paolo Vavassori
- Quarta parte                                                 ( Parte - - - - - )
     Ambra. "Due anni fa, tre mesi dopo aver compiuto sedici anni, mi trovavo a Barcellona, la mia città natale, dove vivo tutt'ora; mi stavo preparando per la mia prima sfilata ed ero tanto emozionata quanto spaventata. Avrei dovuto indossare i costumi per la moda estiva. Patrik ricopriva il ruolo di scenografo per la stilista francese che presentava i capi in anteprima alla stampa spagnola. Ammetto che se il mio nome appariva nella lista delle modelle lo devo solo a lui. Per l'occasione, naturalmente, non potevano mancare i miei genitori e la mia sorellina Amalia, sei anni più giovane di me. Quel tardo pomeriggio, in autostrada, superando un autocarro, scoppiò la gomma di quel bestione che piombò addosso alla vettura dei miei e la trascinò con sé nell'altra corsia autostradale, dove si scontrò frontalmente con un altro mezzo pesante. Di lì a poco, si generò un tamponamento a catena che coinvolse una trentina di veicoli. Ci furono cinque morti, i due autisti degli autocarri urtatisi frontalmente e la mia famiglia; solo mia sorella non morì sul colpo, ma in un letto d'ospedale dopo tre mesi e mezzo in coma. In quei mesi lunghissimi ebbi tutto il tempo di soffrire, di pensare e di crescere. Mia madre si sarebbe potuta salvare, era l'unica a portare la cintura di sicurezza; peccato che le ruote posteriori dell'autotreno si infilarono nell'abitacolo dell'auto proprio dove sedeva lei. Ricordo che mi arrabbiavo sempre con mio padre il quale, con la scusa del pancione gonfio di gas per le birre e le bibite gasate, non metteva mai la cintura e mia sorella ne imitava il cattivo esempio. Successe tutto quel giorno, in un solo giorno la mia vita era crollata in un baratro di dolore indomabile, quel giorno in cui iniziò la mia carriera lavorativa."
     "Mentre i soccorsi raccoglievano i pezzi per ricomporre i corpi, io, emozionata e con le gambe tremanti, sfilavo su quella passerella di fronte a migliaia di persone, preoccupata a non scivolare ed attenta a dove e a come mettevo i piedi scendendo quella scalinata lunghissima, ignara, inconsapevole, ma pur sempre lontana, con il corpo e con la mente, da dove i miei avevano perso la vita per venire a vedere me. Chiaramente ho pensato ad un contrattempo quando i miei non vennero a salutarmi prima che iniziasse la sfilata, ho pensato che fossero tra il pubblico a causa di un ritardo, ho pensato a tutto tranne ciò che realmente è accaduto."
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