GLENO, IL NUOVO ALBUM 2010 DEI BEPI & THE PRISMAS
                                  di Giusy Cretto

     Il 7 dicembre 2010, al Live Club di Trezzo sull’Adda, la band orobica Bepi & The Prismas ha presentato in anteprima l’ultimo album: “Gleno”. Questo lavoro segna una loro ulteriore maturità, dove spiccano nuove sonorità e dove, tra l’altro, non si può fare a meno di cogliere l’impronta personale dei nuovi musicisti entrati a far parte della formazione da un anno circa: Roberto Aiolfi e Stefano Galli.
     Bellissima la custodia che si presenta come un cartonato a tre ante con suggestive immagini scattate in Val di Scalve nelle zone colpite dalla tragedia del Gleno, evento che ha dato il titolo a tutto il lavoro. 12 brani nuovi, in dialetto e non, con tematiche tra il serio e il faceto, come è nello stile del Bepi, e poi tante collaborazioni: mastering di Valerio Gaffurini, Vincenzo Albini al violino, Stefano Berto alle tastiere, Tiziana Vanenti, cantante cristian pop conosciutissima a Bergamo ma anche a Roma, Mario Poletti (skyrunner che canta se stesso ed organizzatore dell’evento Orobie Skyraid), Gabriele Rubino al sax, Valter Biella al baghèt, Giampiero Crotti alla fisarmonica. Immancabile e scaramantico l’inizio affidato al suono originale e ormai familiare per tutti gli affezionati ascoltatori di Bepi & The Prismas, la motosega.
     Tanti sono stati i generi e molti i temi toccati, dal country stile Trace Adkins di “Johnny the Sheriff” al country acustico di Sella rovente, fino ad una ballata country di “Ol süpermercàt” e brani più rock come “Spèi fèmne”, “Balù”, “Rock Band”, “Erba e néf” o “Stà al mónt adès”; non mancano lo stile funk di “Cane Pompeo” o di “Irina” e nemmeno un grammofonato stile anni ’30 in “Al fiòca 'n piàsa”. Ce n’è quindi per tutti i gusti.
     Non mi soffermerò sulle tematiche perché vorrebbe dire privare della sorpresa l’ascoltatore, ma anche qui grande varietà di argomenti sui quali sorridere o sui quali riflettere.
     Su tutte domina il tributo alla tragedia del Gleno, avvenuta il 1 dicembre del 1923: 11 minuti con il contributo del Coro Luca Marenzio di Darfo, la viola di Marco Lorenzi e il violoncello di Flavio Bombardieri.
     Il Bepi, alias Tiziano Incani, parlando di questa sua ultima fatica ci dice: “Gleno testimonia l'ennesima evoluzione del Bepi che per qualcuno può significare anche involuzione, o meglio, "implosione", visti certi toni cupi che emergono qua e là in maniera importante. Tale visione è fortemente condizionata da brani quali "Gleno" e "Ol süpermercàt". In realtà le divertenti ed

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