LRS Formula Italia, con la quale fino ad ora abbiamo comunicato solo tramite e-mail. È Stefania a presentarci lo staff al completo e Sébastian Petit, francese, classe 1975, un giovane pilota professionista che ha iniziato a gareggiare fin da tenera età, con ottimi risultati, chiudendo il 2011 come vice-campione di Formula 3000. Naturalmente sarà proprio Sébastian che, raccolti gli elementi del primo gruppo di aspiranti piloti, tra i quali ci sono anche io, ci spiegherà come va guidata una vettura di Formula 3, mixando simpaticamente l’italiano con il francese, ma l’importante è capirsi. Conosceremo meglio Sébastian durante la pausa pranzo in quanto ci ha promesso una breve intervista.
Prima di avvicendarci nella monoposto bianca e rossa, facciamo due giri conoscitivi di pista a bordo di una monovolume, poi ci vestiamo come dei veri piloti, tuta, scarpe e casco… Infine ci rechiamo nei pressi della vettura dove Sébastian ci attende per il briefing.
“Questa voiture ha pochi cavalli, ma è molto leggera, quindi ha delle eccellenti prestazioni”, ci spiega, “però, essendo una monoposto resta incollata a terra per gli alettoni quindi ha bisogno di velocità per essere meglio guidabile. L’anteriore è molto leggero rispetto al posteriore e quindi dovete fare le curve staccando all’ultimo momento e mantenendo il peso all’anteriore tramite i freni il più possibile, altrimenti, dando gas, l’auto si girerà. Dovete iniziare ad accelerare dolcemente e solo quando la vettura è quasi allineata alla traiettoria di uscita.” Tra me e me, ho pensato che sostanzialmente si guida come la Porsche 911 Carrera S, che ho testato per 850 km fino al Col de la Bonette giusto due mesi fa; questo mi permetterà di trovare rapidamente la confidenza necessaria per guidare questa F3 non proprio da dilettante visto che si tratta di soli cinque giri.
È il momento. Dopo averci spiegato i comandi della console, Sébastian aiuta il primo driver ad entrare nel mezzo e a partire, subito dopo noi altri seguiamo Sébastian che si reca al primo blocco della tribuna, al fine di osservare l’evoluzione dei cinque giri di pista di questo neopilota, commentandoli e regalandoci dei suggerimenti per imparare in fretta a guidarla.
Mentre la monoposto imbocca la via di uscita dalla pista noi torniamo al punto di partenza e… ora tocca a me. Mi calo nell’abitacolo angusto, c’è veramente pochissimo spazio per infilare le gambe lungo il musetto della vettura; la tecnica è un po’ quella di infilarsi in un sacco a pelo di alluminio e carbonio e poi, inevitabile, le mie braccia compiono automaticamente quel tipico gesto che siamo abituati tutti a vedere in TV quando un pilota entra ed esce dall’abitacolo:
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