Prendiamo ora contatto con la moto.
     La posizione in sella alla nostra Z1000 SX non si discosta molto da quella della sorella Z1000 anche se, da subito, apprezziamo la maggior imbottitura della sella e la posizione del manubrio più confortevole, seppur volutamente rimasta leggermente caricata sull’anteriore, per non perdere lo spirito essenzialmente sportivo della moto. La postura risulta così comoda ed al tempo stesso ben inserita nella motocicletta, con le gambe che riescono a stringere come si deve il serbatoio senza essere troppo piegate. Questo risultato è stato voluto per scongiurare il più possibile eventuali crampi o formicolii nei tragitti a lunga percorrenza. Ottimo!
     Il ponte di comando ci mostra la nuova strumentazione che Kawasaki ha adottato al posto del digitale tout court della sorella naked. Qui il contagiri è analogico, mente le indicazioni di velocità, livello carburante e computer rimangono a display, sempre ben visibili e di immediata lettura. A corredo di tutto ciò c’è una nutrita serie di spie, che su una moto di questo genere non possono mancare. Unica lacuna, peraltro molto comune sulle due ruote attuali, è la mancanza dell’indicatore della marcia inserita, il quale, in questo caso, sarebbe stato veramente utile.
     Dietro alla strumentazione, troviamo la leva di regolazione del plexiglass anteriore su tre posizioni; pratico ed utile, tale accessorio è perfetto per armonizzare la motocicletta alle nostre esigenze di guida, da soli o in coppia, per la guida in città o per quella in autostrada.
     Partiamo.
     Sempre grazie alla concessionaria Mottadelli e Carini di Pavia, la quale ci ha concesso di provare su strada anche la Kawasaki W800 e la Suzuki 750 GSR, ritiriamo la Z1000 SX in una calda giornata autunnale. Visto che questa 1000 vuole essere il nuovo modo di concepire una sport-tourer, quale occasione migliore per una galoppata tra autostrada e passi alpini? Detto, fatto!
     Partiti con una certa circospezione vista l’ingente cavalleria della moto ed il caotico traffico della città di Pavia, approfittiamo dei primi chilometri per prendere confidenza col mezzo. Guidata con un filo di gas, la nostra potente compagna di viaggio ci accompagna tranquilla e mansueta per le vie che portano verso l’hinterland cittadino, sgattaiolando svelta nel traffico grazie alla manovrabilità al manubrio pressoché esemplare. La pesantezza si perde subito già dai primi metri e scopriamo così una comodità in sella insospettata.
     Imboccata la SS 35 dei Giovi arriviamo fino a Rozzano, dove entriamo in

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