ILLUSION (il caso Barbara)
                                 di Graziano Paolo Vavassori
- Terza parte                                                 ( Parte - - - )
     Il mercoledì seguente sono già in forma e torno al mio impegno serale. Salgo le scale accompagnato dal silenzio di Walter ed è forse la prima volta, da quando Barbara è assente, che non sono teso o preoccupato prima di entrare in classe. Questo semplicemente perché sono immerso nei miei pensieri. Riprendo conoscenza solo quando, oltrepassata la soglia alquanto stretta dell'aula, il mio sguardo coglie fra quella ridda di compagni il viso pallido di Barbara mentre lei, seduta al suo banco, mi guarda. Il sorriso che mostra mi degna della migliore accoglienza. È l'espressione tipica di chi vede la persona che ha a lungo pazientemente aspettato di incontrare.
    Impreparato ma emozionato, reagisco fermandomi, allargando le braccia ed esclamando: "Finalmente sei tornata!". Con questa frase libero così tutta l'ansia accumulata durante la sua assenza. La mia soddisfazione, senz'altro evidente per tutti i presenti, è pari solo alla sua bellezza, la quale, per purezza e semplicità, la mia turpe memoria non ha potuto riprodurre fedelmente durante i momenti di solitudine ed angoscia.
    Ciò che mi colpisce di più in questo istante sono i suoi capelli, oggi occasionalmente sciolti. Raccolti non hanno la stessa lucentezza, ma liberi dal vincolo dell'elastico catturano irrimediabilmente l'attenzione con il loro colore biondo sfumato. Essi scendono dal capo formando delle onde che le sfiorano le guance e si interrompono sopra gli abbondanti seni.
    Mi avvicino a Barbara e mi siedo al suo cospetto per conoscere i motivi che l'hanno costretta in casa, scoprendo che è anemica; praticamente, a causa di questa malattia, ogni due mesi deve recarsi all'ospedale per qualche giorno affinché possa riequilibrare il tasso di ferro nel sangue.
    Sono allibito; vederla da così vicino, dopo troppo tempo senza di lei mi sembra tanto bello quanto la vista di qualcosa di nuovo. Ogni sua parola, ogni suo movimento, è la massima estensione della tenerezza. Sono così coinvolto da queste sensazioni che con difficoltà riesco a concentrarmi su ciò che dice e il mio sorriso non accenna a rilassarsi nemmeno per un attimo.
    Barbara si accorge che l'ammiro, lo nota dal mio sguardo intenso, curioso, infatti non può fissarmi negli occhi a lungo e sovente, mentre mi parla, si gira dolcemente per l'imbarazzo. Io invece, fingendo di ignorare tutto ciò, ne approfitto per contemplarla vista la vicinanza, sciogliendo così un dubbio da diverso tempo
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